domenica 2 settembre 2007

Tutto finto

Questa sera, la cassiera non sembra essere in forma. A dire il vero, non credo di averla mai vista prima e con difficoltà ricordo di essermi già trovato in questo luogo. Davanti a me due "donne-ragazze" o "due ragazze-donne", Azzurra e Rosa, chiedono, alla già citata cassiera, perché il numero sei costi di più dei numeri dall'uno al cinque. Le loro mani indicano grandi cartelloni colorati, da dietro sento urlare una voce d'uomo straniero, mi volto, è la Cina che ci sta invadendo piano piano, a piccoli passi, in silenzio (mica poi tanto in silenzio). La sensazione di trovarmi nel posto sbagliato al momento sbagliato è sempre presente, non ci faccio più caso da tempo. Scelgo il mio numero, cambiandolo mentalmente più volte, e arrivo preparato difronte alla cassa. Un papà, con un pupazzo verde in mano chiede di poterlo cambiare con una certa Fiona, riceve come controproposta un asino e se ne va sconsolato. Prendo il vassoio e vado a sedermi fuori, ultimo tavolo nell'angolo con spalle alla gente. Guardo il formaggio di plastica che mi accingo ad inghiottire e ringrazio l'inventore della scura bibita a base di acido fosforico. L'ha inventata non per dissetare, ma per poter sciogliere tutte le varietà di formaggi alla plastica presenti nei vari numeri del mangiatoio veloce. Apro la bocca e do da lavorare a fegato e reni. Il verismo rumeno che ho da poco terminato di guardare, proiettato sul grande telo di una sala, mi ha lasciato quasi indifferente. Mi dovesse capitare di incontrare una delle due protagoniste, la prenderei a calci nel sedere, ma poi ricordo a me stesso che è il cinematografo, è tutto finto, come nella vita, quella vera.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Invece che al magiatoio veloce, stasera vai su uno di quei localini, a Venezia, vicino al porto. Mi hanno detto che cucinano divinimente il pesce... Sei li, dovresti conoscerli... Un bel bichiere di vino bianco veneto (non ricordo chi ma mi ha detto che il bianco veneto è uno dei migliori...si, ricordo chi) et voilà.. Chissà non ti esca un sorriso (come quelli del giorno con i colleghi, però vero).

undercoverman ha detto...

Va bene.
La prossima volta che mi inviterò fuori a cena, mi porterò in un localino.
E se dovesse uscire un sorriso, sarà per te.

Anonimo ha detto...

Be', io di solito non frequento quel posto, ma un giorno, un po' di tempo fa, uscita dal lavoro a un orario improponibile, ero troppo affamata per andare nel mio solito bar (dove mangio "il solito": cioè una piadina (molto buona e non "plastificata"), una birretta e un caffè con tanta panna). Perciò mi sono infilata nel Mc Donald's lì davanti e dopo lunga indecisione ho preso un toast. Mi sembrava che un semplice toast senza salse e senza nulla di strano non potesse essere troppo cattivo... be', mi sbagliavo: sapeva di videocassetta bruciata. Dico sul serio. E' stata proprio una strana scoperta.
Nella pausa pranzo mangio quasi sempre sola, o meglio: con un romanzo. Ciao :-)

undercoverman ha detto...

Pranzare in compagnia di un romanzo è proprio una bella cosa.