domenica 30 settembre 2007

Ancora inutilità

Anche oggi la radiosveglia suona alle 05:45. Nel dormiveglia, ancora alcoolico, la faccio tacere in qualche modo e rituffo la testa nel cuscino. Oggi è il giorno del Signore, non devo andare da nessuna parte, la sveglia si è sbagliata.
E’ quasi l’ora che taglia in due il giorno, quando trascino il mio corpo giù dal materasso. Non mi sono svegliato, mi sono semplicemente alzato, oggi non ho voglia di svegliarmi. Niente colazione, ieri ho dimenticato il liquido bianco. Mi vesto, salgo sul carro gommato e vado alla inutile ricerca di quel liquido. Compro il quotidiano più letto, conscio del fatto che non lo leggerò, ed entro in un locale. Un ragazzo mi scopa delle briciole sulle scarpe, ringrazio e mi sposto mentre bevo la bevanda calda che ho ordinato. Fuori dal locale c’è un silenzio rassicurante, ringrazio per questa quiete che mi invita a svegliarmi, ma non riesco a farlo. In bocca un retrogusto disgustoso mi terrà lontano da qualsiasi idea di deglutire dell’alcool, non ho la stoffa, devo ancora migliorare. Penso a Socrate, Gesù Cristo e Gandhi, e vado in pace verso questo mio futuro prossimo.
Cala la sera.
Non fumo da due settimane, seduto su di una sedia combatto con il desiderio di malto tenendomi la testa fra le mani. Non sono ancora sveglio e la cosa comincia a preoccuparmi. Come un piccolo pezzo di legno, galleggio sulla superficie di questo grande fiume, l’acqua scorre piano e disegna per me la traiettoria, io devo solo lasciarmi guidare e tentare di restare a galla, devo stare attento a non marcire, il legno marcio affonda. Silenzio, solitudine, stanchezza, vita e non vita, un insieme di cose allegre circonda la stanza. Solo un anno fa, abitavo in un altro luogo, un’altra provincia. Cosa è cambiato? Sono consapevole che ogni giorno non sono più quello del giorno prima, so che il cambiamento è una continua evoluzione. Ma che direzione ha preso il mio? Cosa sto diventando? Ho paura ad ascoltare la risposta. Bevo un bicchiere d’acqua e penso ad una frase ascoltata quattro sere fa “gli africani vanno a prendere l’acqua al pozzo con taniche e secchi portandosi a casa il peso di quello che berranno, noi andiamo a comprare l’acqua nei supermercati imballata in bottiglie di polietilentereftalato portandoci a casa il nostro fallimento”. Società fallita che spinge a ritenere più saggio trasportare chili di acqua in giro per il mondo, piuttosto che bere quella che sgorga dai propri rubinetti. Secondo te faremo una bella fine?
Vorrei parlare di ignoranza, di suicidio e falsità, ma non riesco ad andare avanti. Prosegui tu, io ti raggiungerò.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

...ci raggiungeremo tutti dove non ci saranno più contrari...buono/cattivo...bell/brutto...giusto/sbagliato...io/altri...
ci raggiungeremo tutti un giorno quando smetteremo di vedere a senso unico la vita come un insieme di contari...se ci sentissimo un po' più umili e sfacciatamente superiori nel considerarci come "acqua che scorre"...come di passaggio...come impermanenti in questo spazio che io non sento mio ma che ho imparato ad amare...l'acqua del rubinetto è buonissima...la più buona...non sa di plastica e di speculazione...e la nostra bocca avrebbe tanto bisogno di "pulito".
La mia testa è stata ovattata per due giorni...tempo di vendemmia questo, dai parenti nell'entroterra gardesano...profumi di castagne e dolcezza di cachi...e testa che pesa...ma ti stringo la mano perchè stiamo imparando a vedere con le mani e a toccare con gli occhi!!! Siamo certi che ci deve essere un senso per "forza"? Dolce notte...dolcissima notte...

Anonimo ha detto...

Un saluto a te, vagabondo alcoolico che passi silenziosamente a sbirciare il mio profilo in questa serata di crisi esistenziale, di vuoto, di nulla e di terra che manca sotto i piedi. In questi giorni sto bevendo troppi caffè. Trascinarsi fuori dal letto sembra inutile quando non si ha "nulla" da fare. Pulizie, cucinare. Tutto qui il senso della mia vita? Tanti sacrifici, tanto studio, tante pagine voltate, per cosa? Forse anch'io dovrei diventare alcoolica, come te. Forse il peso del vuoto si allegerirebbe un pochino...

Anonimo ha detto...

P.s.
Mi fa piacerissimo vedere che apprezzi come me le fotografie e l'occhio magico di Michele GErenon... :)Un sorriso nel cuore...

undercoverman ha detto...

Ciao Valentina.
No, non sono certo, non lo sono da molto ormai e niente ha più senso, a cominciare da me.
Come sta la tua testa oggi? E il tuo cuore? Io so come sta la tua mano ed è già molto.
Riposati con calma.

undercoverman ha detto...

Superassunta.
Lascia perdere l'alcool, in genere non è un buon inizio, al contrario è sembre una pessima fine.
Ciao.

undercoverman ha detto...

Si Valentina,
Michele Gereon ha l'occhio magico, mentre noi abbiamo un'altra cosa in comune.
Buona notte.

Anonimo ha detto...

Se sai come stanno le mani...sai già molto...

undercoverman ha detto...

Valentina.

Hai ragione.

Buona notte.