sabato 29 settembre 2007

Inutilità

Apro gli occhi alle 05:45, una mano cerca nel buio, accendo la luce. Fosse così facile anche nella vita. I piedi toccano il pavimento dopo un quarto d’ora, la semilibertà è finita da due giorni. Entro nel “lavatoio ed altri bisogni” e mi guardo al riflettente, che razza di faccia, quello li sarei io? Io dovrei essere quello li? Sembra di si, lo sono stato per trentacinque anni e continuerò ad esserlo, spero non per molto. Alle 06:32 dirigo le ruote verso lo stipendio, la radio legge lettere molto pesanti e in parte disgustose, attualità, economia, tutto falso, solo filtri di quello che già filtrato dovrebbe rappresentare il mio tempo. Dopo altri 20 minuti, attraverso il cancello, uscirò tra dodici ore e mezza. Spendo il mio tempo in compagnia di molta brava gente, qualche fannullone, ma molta brava gente. Siamo tutti così lontani da renderlo evidente solo a pranzo, la mensa, avvolta da un irreale silenzio, sembra il refettorio di un monastero. Nessun argomento ci accomuna, tranne il lavoro, ma non ci va di ammetterlo, preferiamo il silenzio.
La doccia non riesce mai a lavare la stanchezza, ma mi rende libero, al sabato sera mi rende libero. Ricordo di aver notato da giorni che l’elettrodomestico freddo è completamente vuoto, così come altri luoghi idonei a custodire alimenti in casa, per questo motivo mi reco in un grande rivenditore multicapiente e quasi onnipotente. Compro poche cose e ne dimentico una, forse la più importante. Non fa niente, l’etilico al doppio malto è comunque qui affianco a me. Preparo del cibo e scelgo un vecchio DVD “Groundhog Day”, lo ascolto in lingua originale, così non riuscirò a ricordare le battute e potrò riguardarlo altre volte, come faccio con tutti gli altri.
Scrivo inutili parole con l’ausilio della tastiera, bevendo il malto alcolico. Anche oggi sono sopravvissuto. Domani non santificherò la festa guadagnandomi così un’altra porzione di fiamma eterna. La mente piena di volti che non ricordo e di volti che non ho mai visto, non lascia traccia di profili familiari o noti. L’etilico si fa sentire e lo ringrazio, so che grazie alla stanchezza mi regalerà sogni di tomba. Molte cose vorrei dirti, si a te che leggi, vorrei dirti quello che non ho mai detto. Penso a come intitolare questo mio scrivere e non posso che pensare al suo essere inutile. Che cos’è? E’ un diario o un delirio? Forse è solo uno stupido modo per rappresentare la mia esistenza.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Be', bisogna pur ammettere che da un certo punto di vista ogni esistenza è inutile e da un altro punto di vista ogni esistenza è indispensabile. E' come in un gioco di riflettenti... ;-)
Bevo anch'io abbastanza birra, anche se non per disperazione.
Ma dico: lavori 12 ore e mezzo? Lo credo che a mensa state muti!
Ciao :-)

undercoverman ha detto...

Ilaria.
Solo undici ore e mezzo, un'ora ci serve per mangiare.
Ciao.

Anonimo ha detto...

Ah, be', allora cambia tutto! ;-)))

undercoverman ha detto...

Eggià!?!