venerdì 14 settembre 2007

In Partenza

Costringo il corpo ad uscire di casa, mi servono alcuni oggetti da mettere nella portabiti con rotelle. In piazza i festeggiamenti aspettano le ore buie, ma già adesso suoni e colori vengono lanciati in tutte le direzioni. In mezzo alla gente festante il mio corpo si irrigidisce, lo spirito se ne vuole andare e questa volta mi porta in uno di quei negozi dove ti sistemano la testa. Non quello che c'è dentro, purtroppo, ma quello che sta fuori. Qui dentro il tempo non entra da anni, anche le persone sembrano invecchiare in fretta una volta entrate. Mi perdo a guardare le mie infinite immagini catturate fra due specchi affacciati, uno dietro ed uno d'avanti. Penso alla luce che continua a rimbalzare, da uno specchio all'altro, come imprigionata da questa semplice trappola. Ma la mente devia immediatamente e subito vedo un ragazzo di 10 anni fa, con i suoi desideri e le sue speranze. Penso che se potesse vedere com'è ridotto l'uomo che è diventato, cercherebbe di fare qualcosa, di cambiare qualcosa. E' a questo punto che penso all'adulto che io diverrò fra 10 anni, sento le sue grida disperate, lo sento implorare di fare qualcosa, perché lui è ridotto ancora peggio. Ma cosa posso fare? Da dove inizio?
Esco con la testa apposto, compro quello che serve e rientro. La portabiti aperta aspetta di essere riempita. Mentre cerco di non dimenticare nulla, immagino di riuscire a trovare il coraggio, immagino di poter non tornare, immagino di cambiare tutto, nazione, nome, lavoro. Immagino, ma senza speranza.
Tra poche ore partirò. Il grande siluro con le ali si dirigerà a nord, li nessuno mi aspetta, e questo mi rende tranquillo.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Buon viaggio.
Quello che mi fa "impazzire" è che non chiami mai le cose col loro nome! Mi piace perché in effetti, così facendo, ottieni l'effetto voluto... compresa l'angoscia nel lettore. ;-)
Tornando seria, sapessi quanto tempo ho perso e a volte ancora perdo anch'io a fare i conti con l'Ilaria di 10 anni fa! Che fallimento sono, rispetto a come mi immaginavo allora... Non ho centrato neanche UNO degli obiettivi che mi prefiggevo (e non erano obiettivi particolarmente difficili, intendiamoci!). Ma il passato, inteso in questo modo, è una trappola della mente, non è reale, è una dimensione parallela. Se la nostra vita è andata così, ok, prendiamone atto e accettiamola, raddrizzando dove si può. Tra l'altro siamo in una età di mezzo. Tra 10 anni difficilmente potremo stare peggio di così, credo... :-)

Anonimo ha detto...

Mi aggrego al gruppo. Quante volte ho scalato l'aria e ho guardato dall'alto alla partenza e all'arrivo. Talvolta ho finto che uno dei due fosse la mia casa e molte altre ho pensato che non mi importava se non c'era nessuno all'arrivo.
Guarda cosa diceva UrbanRat una volta dall'aereo:
"The Urban Rat pensa al volo di rientro da Cagliari, quando ha scoperto che le strade sulle montagne viste dall'alto curvano e ricurvano come rivoli di glassa su pasticcini in una busta di carta. Sorvolando l'isola, ecco il bianco delle sabbie e il blu del mare scoprire il senso dei porti, perché ogni approdo ha un significato.
Si scorge anche l'aspetto più intimo degli assembramenti urbani, le coltivazioni gettate attorno un po' per caso, come a voler occupare lo spazio con discrezione, perché la Terra è troppo grande da dominare.
L'aereo collega le coste del sogno con quelle della realtà più concreta mentre Urban Rat dedica un pensiero a tutti quelli che prima erano due e ora stanno per diventare tre."
Have a nice flight

Anonimo ha detto...

"Viaggiare ringiovanisce"...scriveva Eco. :) Nel viaggio ho sempre intravisto comunque una possibilità...uno scintillio...niente di speciale...semplicemente qualcosa di nuovo...il tentativo di dilatare il tempo tra la partenza e il ritorno...e un pizzico di fuga: chissà che non sia proprio questa la quintessenza della vita!?!?!? Ma non è vita che passa questa...è vita che resta...quindi: buon ritorno!!!
Valentina

Anonimo ha detto...

Chissà se viaggiare ti sta aiutando a stare meglio... lo spero! Buon ritorno :-)

undercoverman ha detto...

Ilaria.
E' vero, quello che abbiamo a disposizione è il presente, per questo guardandomi temo la mia condizione futura. Spero tu abbia ragione, ma temo che, per quel che mi riguarda, sarà molto peggio di così.

undercoverman ha detto...

Rat.
The flight has been nice.
Sai cosa penso? La gente "normale", quando viaggia, si limita a dirsi "guarda che belle le montagne" senza delirare per ore perdendosi in ragionamenti irreali. Questo è il punto, "ragazzo prolungato" non basta, "ragazzo prolungato-malato" suona più vicino alla realtà. Perlomeno alla mia.

undercoverman ha detto...

Valentina.
"...il tentativo di dilatare il tempo tra la partenza e il ritorno...e un pizzico di fuga"
hai descritto esattamente quello che è stato il mio viaggio, nessun stravolgimento, un periodo di tempo che resterà con me.
Ti ringrazio.

undercoverman ha detto...

Ilaria.
Il viaggio mi ha aiutato a stare in maniera diversa, in alcuni momenti mi ha aiutato ad allontanarmi da quello che sono, vestendo i panni di quello che non sarò, ma che vorrei essere.
Ciao.

undercoverman ha detto...

CresceNet, non c'entra niente, ne con me, ne con il blog, ma si è presentato quì. Perchè cancellarlo?