sabato 22 settembre 2007

no-man

Mi chiedo spesso che senso abbia continuare a pensare. Vivere in solitudine ti costringe a pensare, ma nel mio caso il pensiero non cessa mai di esistere. Non parlo del pensiero in senso generale, "cosa mangio stasera?", "quanti soldi ho speso?", "guarda che luna, guarda che mare", ma di un qualcosa molto più ossessionante, qualcosa di compulsivo, che ti spinge ad oscillare testa e corpo seguendo un ritmo che senti solo tu. Questa sera mi sto dando fastidio. Entrato in casa, ho cercato negli scatoloni un CD acquistato qualche anno fa. L'inizio di questa canzone è proprio qualcosa di compulsivo, quasi fastidioso, bisogna saper aspettare, bisogna sapere trasformare l'ossessione in lamento e il lamento in richiesta di aiuto, per finire con l'aiutarsi da soli, sempre grazie alla musica. L'album è veramente bello, potrei raccontarvi un sacco di cose su Steven Wilson e Tim Bowness, ma lo farò più avanti, magari quando ci incontreremo per caso.


"returning jesus" tratto dal disco omonimo dei "no-man", pubblicato nel 2001 dalla casa discografica "3rd stone records"; i no-man sono i già citati Tim Bowness (voce) e Steven Wilson (strumenti), con diverse collaborazioni.

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Guarda, non siamo pensiero. Noi siamo SOLO pensiero. Una delle cose migliori che puoi fare è tacitare la voce interiore. Puoi concentrarti su una cosa sola.
Su un colore, una parola, un'immagine. Quello che ti pare. Lo ripeti all'infinito e il resto scompare tutto.
Al principio è difficile, ma basta crearsi piccoli spazi quotidiani di requie. Io mi poggio un indice tra le sopracciglia e "spengo" le voci. Ovviamente non è che sia del tutto scema, è un esercizio come qualsiasi altro. Mi concentro sul dito e FLUF! la luna scompare.
Venti secondi, quando tutto riprende, sei consapevole che puoi farle smettere.
Se posso permettermi un suggerimento, perdona te stesso se non puoi essere un altro.
Rat

Anonimo ha detto...

Mi è piaciuto questo brano, ascoltato tenendo presente la tua "lettura".
Son venuta a salutarti, questa volta parto io!
Ciao :-)

undercoverman ha detto...

Rat.
Ho letto un libro di "Giulio Cesare Giacobbe", nel quale viene suggerito proprio qualcosa di simile al tuo indice fra le sopracciglia. Non ci sono mai riuscito, forse perchè non lo ho mai creduto possibile. Ci riproverò, adesso che mi dici che è possibile farcela.
Puoi permetterti ogni cosa. Perdonarmi? Mi disprezzo troppo per potermi perdonare, magari comincerò con il salutarmi.

undercoverman ha detto...

Ilaria.
Mi fa piacere ti sia piaciuto.
Divertiti e vai piano.
Ciao a presto.

Anonimo ha detto...

Pensare è il discriminante che separa l'uomo e la bestia; troppo spesso tuttavia il pensare mi porta a pensare a quanto sarebbe bello non...sì, perchè è un circolo vizioso...e l'anelare al perfetto equilibrio tra pieni e vuoti come insegna certa architettura...è impossibile...il pensare non è tutto...pardon Rat...è un dono...il dono di trasformarlo in "fare"...di convogliarlo nelle mani e negli occhi...aspettando il momento...come suggerito nella canzone che hai postato!
A volte però rallegrarmente quasi mi indispettisce. Per fortuna esistono le parole...le mie...due...semplici...buona serata!!!

Anonimo ha detto...

Ho letto tutti i libri di GC Giacobbe. Trovo che abbia un enorme pregio, perché avendo sperimentato una grande sofferenza (la perdita di un figlio) è comunque riuscito a scrivere libri ironici e divertenti. Mi aveva attratto "Come smettere di farsi le seghe mentali e vivere felici". Questo perché modestamente sono un mago della contorsione psichica.

Provo a spiegarti la tecnica del dito. E' semplice. La mente umana è fatta soltanto di pensiero e noi stessi non siamo altro. Il pensiero è ciò che ci distingue dal non-pensante, sciaguratamente per noi.

Il pensiero è più forte del nostro autocontrollo ed è perciò che si impossessa di noi. Tanto che, come ci insegnano tutti i filosofi degni di nota, la realtà è inconoscibile, siamo noi che proiettiamo la sua forma e ci muoviamo dentro. Discorso difficile, torniamo a bomba.

Io faccio così: quando vedo che i pensieri si affollano e virano verso l'ansia, ne scelgo uno a caso e verifico che regolarmente quando sono in ansia (o triste, o mi sento sola o tapina o altre seghementali di questo tipo) le mie sopracciglia si aggrottano. Allora mi concentro sulla distensione di ogni muscolo facciale e concentro mentalmente la tensione sul polpastrello dell'indice destro. Penso che tutta la tensione se ne vada là, sul polpastrello, mentre le sopracciglia si distendono e gli zigomi si rilassano e tutto il resto è fermo.

Non so come e non so perché. Mi sento meglio. Non so se sono riuscita a trasmettertelo, spero di sì perché dopo si sta molto meglio e le persone sembrano più cordiali e frequentabili.

Rat.

Anonimo ha detto...

Grazie, Vale.
Ti assicuro che abbiamo pensato qualcosa di molto simile, io e te, soltanto lo abbiamo detto in modi diversi.
Ma sono sicura che io sono ciò che penso, non ciò che appare, non ciò che può toccare ma ciò che sogno, ciò che spero, ciò per cui mi batto giorno dopo giorno, così come contro l'eventuale ipotesi che battersi possa essere inutile.
Non lo è.
Ma grazie della tua grande gentilezza.
Rat.

Anonimo ha detto...

Un essere umano che ho molto amato diceva "potessimo toccare con gli occhi e vedere con le mani"...certo che siamo ciò che pensiamo ma se limitiamo il tutto a questo solo spicchio di noi non potremo mai sfiorare il TUTTO...se il pensiero resta tale e non ci è di "sollievo" camminiamo come funambuli senza possibilità di restare in equilibrio sull'invisibile filo che la vita ci mette davanti ogni giorno...se il pensiero resta pensiero a cosa serve un sorriso...? e un abbraccio? Battersi non è inutile...è tutto ciò che abbiamo...portare ed essere portati dalla vita...vita da sognare e sogno da vivere...pensiero e "fare"...sì...forse diciamo la stessa cosa...purtroppo resta il limite del virtuale che è ancora pensiero no? ...grazie a te Rat e a te sleepwalker...per lo "spazio" regalatoci... :)

undercoverman ha detto...

Valentina.
Quante cose da dire.
Un tizio che ho incontrato molti anni fa, non ricordo (o forse non l'ho mai saputo) il suo nome, mi disse "vedi questo, questo non sono io, questa carne, questi capelli, non sono io, io sono altro, questo è solo un involucro". Mi è rimasto impresso quel breve pomeriggio, non so nemmeno perchè.
Ad ogni modo, l'involucro è reale. Con l'involucro, attraverso i sensi, entriamo in contatto con il reale che ci circonda. In alcuni casi riusciamo anche a realizzare, a fare, qualcosa che abbiamo pensato, che non è ancora reale. Ma molto spesso, il pensare, questi impulsi elettrici tra le sinapsi, non trova concretezza nel reale, la filosofia è qualcosa che non puoi toccare, annusare, vedere, esiste, ma non c'è.
Hai ragione, il pensare senza il fare rischia di diventare castrante, frustrante, con possibilità di deriva in qualcosa di mentalmente insano.
Pensare di non pensare, come passare un dito sulla superficie dell'anello di Moebius, non finisci mai di percorrerla.
Temo che sfiorare il tutto sia molto lontano dalle mie limitate capacità. Battersi per qualcosa può aiutare a non pensare, aiuta a concentrare le emozioni verso un solo obiettivo.
Non devi ringraziare, devi solo continuare a scrivere. Il virtuale non è semplicemente pensiero, ma un pò limitante lo è. Se potessimo incontrarci in un pub (di quelli classici, britannici, io prendo una guinnes e voi? ... scusa, ...) io, te , urbanrat e chiunque altro sia passato di quì, la conversazione andrebbe avanti per ore, e sarebbe molto istruttiva e quasi certamente anche divertente. Ma questo è un esempio di pensiero irreale, tanto irreale quanto improbabile. Peccato.
La serata è finita e poteva andare peggio.
Grazie di tutto, buona notte.

undercoverman ha detto...

Urbanrat.
Come stai?
Giacobbe è un essere umano molto forte, il libro che ho letto (lui lo definisce una "belinata") è proprio quello che hai citato. L'ho finito di leggere il 31 luglio 2006. Come lo so? Scrivo a matita la data di fine lettura su quasi tutti i libri che termino. Schizzofrenia? Paranoia? Non lo so, di recente ho smesso.
Per quel che riguarda la tecnica dell'indice, ti assicuro che ci proverò seriamente. Gli occhi vanno chiusi immagino, e probabilmente l'ascolto di musica è vietato nel mentre, ti terrò informata.

Ho un limite che mi fa sentire molto piccolo. Non mi batto ogni giorno per qualcosa. Per cosa dovrei battermi? Rischio di sembrare vuoto ed insignificante? Non lo so. Io vado al lavoro e come lotta è più che sufficiente, 10 o 12 ore al giorno, chiamate notturne, sabato mattina. Non voglio battermi, sono stanco. Sbaglio? Perdonatemi.
Ti capita mai di ascoltare lo stesso brano in continuazione? A me sta capitando adesso, "Barry Adamson - Come hell or high water", un certo "mood", niente male.
Buona notte.

Anonimo ha detto...

Birretta volentieri...sempre...io rossa doppio malto... :) grazie!!!
Nell'aria come nenie CAt Power...remember me...o Nick CAve & P.J. Harvej ...Henry Lee...sarà l'arrivo dell'amico autunno??? Buona serata...

undercoverman ha detto...

Rossa doppio malto, Nick Cave e l'autunno, gran bella serata. Partiamo?
Buona serata a te Valentina.

Anonimo ha detto...

Come sto? Come gli alberi d'autunno dietro le foglie.

"L'ho finito di leggere il 31 luglio 2006. Come lo so? Scrivo a matita la data di fine lettura su quasi tutti i libri che termino."
GLAB.
Che c'entra, nemmeno io mi batto ogni giorno e ogni minuto, ma quando lo faccio ho motivo di farlo. Mica è un obbligo.
Mica è una buona idea...

Rat

undercoverman ha detto...

Rat.
Glab?!?
Si, hai ragione, non è una buona idea.
Ciao.