venerdì 7 settembre 2007

Gambetto di Re

Ormai di rado mi capita di entrare in una di queste stanze. Generalmente non conosco nessuno, solo una volta vi ho incontrato mio padre, pessima partita.
Mi siedo ad un tavolo, la casella bianca a destra è "a8", ho scelto i neri. Chi ho davanti apre di Re "e2-e4", rispondo allo stesso modo "e7-e5". Un secondo pezzo bianco si muove "f2-f4". Gambetto di Re. Quando mi trovo davanti a questa apertura so che le cose sono due, o chi ho di fronte sa quello che sta facendo ed a stento riuscirò a pattare, oppure è un suicida e fra poche mosse avrò vinto la partita. E' una regola, se apri con il Gambetto di Re e non sai quello che stai facendo, hai perso.
Questa sera però qualcosa non funziona. Non so perché proprio questa sera. Forse perché ormai la mia alienazione mi spinge a rifiutare la realtà, oppure perché la continua ricerca di un motivo, di un perché, altera le dimensioni di quello che mi circonda.
Mi alzo, non saluto, esco dalla stanza. A testa bassa mi incammino verso il niente, pensando a quello che mi ha spinto ad uscire. L'analogia. La vita è un Gambetto di Re Obbligatorio.
Ti mettono al mondo davanti alla tua scacchiera, ti insegnano le regole assegnandoti il bianco e ti costringono a giocare un'apertura che non avresti mai voluto giocare. Il tuo avversario aspetta la mossa e tu sai a cosa sta pensando. E' un suicidio.
Da questa sera non giocherò più a scacchi. Ormai sono poche le cose che mi restano da fare.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

beato te, almeno riesci a dire che ti hanno insegnato le regole...
hai tutto il tempo per pensare, in una partita di scacchi, e se sbagli perdi una partita... non un'occasione.
Il tuo racconto, il tuo gambetto di re, è quello che mi sta succedendo.. il mio avversario sa quello che fa o è completamente fuori di testa? bo... e io che devo fare? stra-bo...
Dove si compra il libro della foto?!? magari aiuta...

Anonimo ha detto...

Che colpo al cuore quando ho letto "gambetto di re"! Questa estate ho letto un libro che mi ha appassionata tatissimo. Si intitola "La regina degli scacchi" di Walter Tevis (il titolo originale è "The Queen's Gambit", il Gambetto di Donna). La protagonista è sola e si rifugia nell'alcool e negli psicofarmaci ma è un genio degli scacchi alla Bobby Fischer. In pratica "vive" solo quando gioca a scacchi e tutto il libro è un intrecciarsi di successo e fallimento, di trionfi e solitudine. Prima di farla finita con gli scacchi ti consiglio di leggerlo perché potresti un po' riconoscerti in lei come è successo a me (be', sempre a giudicare da quel che scrivi qui, visto che non ti conosco). Ciao :-)

Anonimo ha detto...

Mi hanno sempre appassionato gli scacchi e il paragone che poni è reale.

Magari capiterà, in futuro, di fare una partitina. Io sono un fanatico delle aperture 'indiane':Est Indiana, Nimzovitch e la 'variante' Fischer che un gruppo di stronzi non ha mai voluto alzare a livello di apertura. Ah, grande malattia l'invidia.

Blackjack.

undercoverman ha detto...

Bradipa.
"The Fascinating King's Gambit" di Thomas Johansson è un trattato sull'apertura citata nel titolo, che io sappia non è stato tradotto in italiano.
Se perdi, nella grande partita, ti giochi il futuro.

undercoverman ha detto...

Ilaria.
Grazie per la tua segnalazione, ne avevo sentito parlare, lo leggerò.
Giudica senza problemi, quello che scrivo sono.
Ciao.

undercoverman ha detto...

Blackjack.
Non è invidia, è la mia vita.
Stammi bene.