mercoledì 15 agosto 2007

Il Tristo Mietitore

In piedi in mezzo alla stanza mangio una patatina fritta. L'ho estratta da un tubo di cartone, l'hanno prodotta in Belgio. Con un sorriso ebete stampato sul volto, penso a quella "mousse di salmone" che è riuscita a donare l'eterno riposo a ben sei persone, una delle quali non l'aveva nemmeno mangiata, e mi chiedo "perché non può riuscirci una patatina?". Sul divano, sei rotoli di carta igienica rosa, ben imballati, si sentono a disagio. Le tende, anch'esse fuori luogo, vorrebbero essere appese al loro posto, chiuse in quel sacchetto non riescono a respirare. Rompo il silenzio con una pessima canzone, devo cambiare subito, si, ora va meglio. Una chitarra acustica se ne va da sola, raccontando la sua tristezza, senza alcun accompagnamento vocale. Guardo verso il basso e mi accorgo di essere nudo, no, non è pornografia e solo libertà. Piatti e pentole, ancora umidi, gocciolano la loro pulizia nel lavello. La cosa è seria, il Tristo Mietitore non è argomento da poco. No ho mai temuto la sua visita forse perché, essendo un essere umano, mi sono sempre sentito immortale, o forse e soprattutto perché, essendo solo, non lascerei nessuna traccia, nessun dolore. E' opinione comune che il viaggio sia irreversibile, con un forte incremento di entropia. Questo è il punto, non si torna indietro. La mia mente lo è da molto, ma in un angolo remoto spera di poter risorgere. Non ho paura, ma il nulla mi angoscia. Guardo l'aereo di gomma piena d'aria che penzola dal soffitto e mi do dello stupido. La voce di Sting mi dice Ne Me Quitte Pas, francamente non so cosa farmene. Prima di sera dovrò usare l'aspirapolvere. Mi sento pronto, aspetto la sua visita preparando la mia mousse.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Prova a lasciar entrare aria dalla finestra e lascia stare la mousse. I posti remoti in cui si rischia di affondare ci sono e rimangono a volte per sempre, bisogna solo imparare a conviverci e a sopraffarli, guardandoli, sorridendo e respirando aria nuova.

undercoverman ha detto...

Ti ringrazio per le tue parole, anche se quel ".. bisogna solo ..." rende le cose difficili.


There's a house with no light, all the windows are sealed, overtaxed and strained, now nothing is revealed but time
I don't know you, you say you know me, that may be so, there's so much that I am unsure of.
You call my name, but it sounds unreal;
I forget how I feel, my body's rejecting the cure.
Won't somebody help me?

Van der Graaf Generator "House with no Door".

Anonimo ha detto...

Tempo...solo tempo...e quel "bisogna solo" viene da se ed è meno difficile di quanto possa sembrarti adesso.

undercoverman ha detto...

Aspetterò.