martedì 23 ottobre 2007

Nebbia

Una delle mie poche amiche, mi avvolge e mi protegge. Con il suo odore di muffa profumata, di muschio marcio, nasconde i contorni, mantenendo le forme. In lei mi muovo sicuro, in lei nessun occhio può vedermi, nessun occhio può decifrarmi. Sfiora la mia pelle con il suo tocco umido e riempie la mia anima di quiete fredda ed immobile. Gli alberi piangono quando ascoltano la sua voce ed i muri, vecchi e sporchi, di palazzi cadenti, trasudano la loro patina di gas di scarico. L’eco dei miei passi bui risuona smorzato dalla sua presenza. In lei tutto rallenta, i lampioni si piegano nell’ombra, gli insetti escono dalle loro tane, topi e rane danzano sicuri. Io respiro la sua essenza muovendomi senza meta. In lei lascio le mie tracce assenti, senza vita, senza senso.
Chiudo gli occhi e ricordo il passato, nella città degli studi, all’alba di ogni sabato, camminavo con le borse in mano. Ritorno a casa, avvolto nel grigio della sua presenza. Presenza così forte da mettere radici. Radici profonde che la rendono amica.
Oggi guardo oltre il vetro e l’aspetto, impaziente di correrle incontro.

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