domenica 4 novembre 2007

Respiro

Riempio i polmoni di aria, un grande respiro, inspiro ed espiro dal naso. Niente nicotina, monossido di carbonio e benzopirene, non fumo da più di un mese, ma nulla è cambiato. Sento i polmoni gonfiarsi e sgonfiarsi, mentre fanno entrare ed uscire aria rubata a questa stanza. Aria tiepida, riscaldata artificialmente, aria polverosa di mobili velati. Respiro, sempre più profondamente, ma nulla cambia. Il cuore pompa il sangue ricco di ossigeno, ma nulla cambia. Allora spalanco una finestra, lascio entrare l’aria fredda e umida. Inspiro con il naso, riempio il torace, ma nulla cambia. L’aria è sporca, drogata, pesante, respiro la sua disgustosa composizione e nulla cambia. Esco di casa, sbatto la porta alle mie spalle e scendo le scale. Odore di cibo filtra da altre porte, affretto il passo e spalanco il portone, sono fuori. Inspiro tutta l’aria che posso, espiro ed inspiro, più volte, ma nulla cambia. Allora mi muovo, vado a destra e poi a sinistra, vado dove mi portano le gambe, senza guardare, senza pensare, senza alcuno scopo. Respiro, sempre più affannosamente e nulla cambia. Sono circondato dall’aria, fra i capelli, tra pelle e vestiti, appoggiata agli occhi, nelle orecchie, respiro, ma non cambia. I passi si fanno sempre più veloci, non vedo quello che ho davanti, non faccio caso alle poche persone che incontro, respiro, sempre più in fretta, senza sosta, non cambia. Mi ritrovo a camminare su erba marcia, circondato da alcuni alberi, vecchi e intossicati, un animale volante emette un suono già sentito, respiro, niente da fare, non cambia. Mi fermo, sudato e rigido, piego la schiena verso il basso, appoggio le mani sulle gambe e respiro, sempre più lentamente, senza pensare, dimenticando, lasciando stare tutto come sta. Non ci faccio più caso, respiro senza farci caso e mi calmo. Senza farci più caso. Quante volte l’ho sentito dire “non farci caso”, quante volte ci ho provato e quante ci sono riuscito. Anestetico, calmante, antidolorifico, tutto racchiuso in una frase, tutto fingendo di non essere dotato di sensi, tutto cercando di non ascoltarli. Resto qui, piegato a testa in giù, respiro, ma non me ne accorgo. La mia anima, oggi, ha smesso di farlo.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

"Grazie allo sviluppo dei loro cinque sensi, gli umani sono giunti
a una buona conoscenza e a una grande padronanza della materia;
ma l'attività dei cinque sensi divora tutte le loro energie
psichiche, e non resta loro più niente per risvegliare altre
facoltà di percezione. Vedere, udire, gustare, toccare,
divertirsi, litigare. Essi immaginano che tutta la vita consista in questo. No, questa non è che una parte soltanto. Essi vivono, è vero, vivono: ma quel genere di vita nasconde loro la vera vita! Cercano sempre troppo in basso... mentre è in alto che
dovrebbero cercare."
O. M. Aivanhov

undercoverman ha detto...

Devo cominciare ad alzare la testa, a guardare in alto, comprare una scala e cominciare a salire.
Si devo cominciare a salire.

Anonimo ha detto...

Il tuo post successivo è un'elaborazione interessante. Ma per salire non serve una scala, bisogna arrampicarcisi sopra. E ovviamente nessuno è obbligato a farlo, si può sempre rimandare. Fino a quando rimandare non è più possibile e allora bisogna smettere. Click.

undercoverman ha detto...

Rat, stiamo vivendo consapevolmente una inutile esistenza, no, forse dovrei dire sto vivendo un'inutile esistenza, e non ne faccio un mistero, ma credimi se ti dico che lo sto facendo consapevolmente. Io posso anche scalare e poi cominciare a scavare, e in seguito studiare, imparare, ma non cambierebbe nulla.