giovedì 1 novembre 2007

Cellophane

E’ cominciato dal basso, lentamente, giorno dopo giorno, con un sottile formicolio ad un piede. Un processo innaturale, fuori dal mio controllo e dalla mia consapevolezza. La pelle non respira più, le cellule cambiano colore e, se ci fai attenzione, puoi accorgerti della mancanza di una piccola porzione di te. Ma non ho fatto attenzione, e ho proseguito la mia strada con indifferenza. La cosa è andata avanti, prima l’altro piede, poi la gamba fino a sopra il ginocchio e a seguire l’altra gamba. Sempre più stretto, sempre più aderente, questo strato artificiale, ha costruito una barriera, una veste, una seconda pelle. La carne, con i pori otturati, non scambia nulla con l’ambiente e comincia a marcire. La puzza resta isolata, e nessuno si è mai accorto di niente, nessuno ha mai visto la carne marcia che riveste le mie gambe. Le articolazioni fanno male, ma il dolore è sopportabile e l’ho dimenticato con il tempo. Senza alcuna intenzione di fermarsi, questo polimero trasparente è salito fino all’ombelico, stringendo l’addome come una panciera perfetta. Così è cominciato il dolore attorno ai reni, sottile e costante. Con il corpo così conciato, ho continuato a proseguire, senza voltarmi, senza cercare forbici, senza alcuna intenzione di tagliare quello che stava isolando il mio involucro dal resto. Con oltre la metà del corpo priva di sensibilità, la vita mi è risultata più facile. Posso urtare contro qualsiasi cosa e niente è in grado di procurarmi un dolore più grande, di quello che già sto gustando. Con il tempo, ho quasi finto che non esistesse questo strato di carne artificiale, sopportando i dolori al petto e alle spalle, senza lasciarmi scoraggiare.
Questa mattina, davanti allo specchio, senza la maschera (quella la lascio in macchina), ho visto il mio volto putrefatto e piagato, sotto questo film trasparente, che nulla lascia libero, ed ho capito di essermi sbagliato. Ho sbagliato a non tagliare questo film, quando, con le mani ancora libere, avrei potuto farlo, ho sbagliato a non chiedere di farlo a qualcun altro, quando le mie mani non ne erano in grado, ho sbagliato a fingere che il dolore non sarebbe aumentato, ho sbagliato.
Ma gli errori si pagano, e senza lamentarmi più di tanto, ho lasciato la mia immagine riflessa nello specchio assieme a questi miei pensieri, per proseguire la strada che ho davanti. So che mi porterà ad una fine, che in cuor mio spero vicina, sicuramente meno inutile di quanto non sia il mio tempo, speso calpestando questa terra.
Oggi è una giornata gioiosa, che io l’abbia in gloria.
E' solo idrato di cellulosa.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Scavare nel dolore....lo sai fare molto bene.

Sai,credo che le poche persone che mi conosco davvero pensano che io sia una pessimista.

Strano!

Non mi conosci, come potresti saperlo...

Eppure so dire sempre la battuta giusta al momento giusto. So qual'è il punto da toccare per arrivare all'ilarità generale.

Forse è stato io mio estremo bisogno di essere accettata dall'altro ad affinare questa capacità.Anche se, tutto sommato, rimango una persona di poche parole,taciturna. Poco di compagnia, probabilmente.

E invece un lato di me sa di potersi accordare molto con quanto scrivi. Perché, quanto scrivi, è l'autodistruzione.

Criticabile,immorale...sinceramente, arrivi a un punto in cui poco ti frega.

Ho passato mesi a star male per chi aveva la sensibilità di una carta vetrata.
Poco male, una storia sbagliata capita tutti. Ovviamente, non la pensi così quando capita a te.

Ne sono uscita,dopo molti problemi...

E ora ho altre fragilità mie da affrontare.

Se ti scrivessi di sentirti in colpa, farti la morale...reagiresti come reagirei io, andando contro.E proseguendo nel mio volo.

Ti posso dire che la cosa che mi salva, non sempre ma funziona meglio di tutte, sono le mie passioni...

Mettici i libri, la musica... Quello che per te è passione. Magari ti fa solo sentire tutta la vita, nel bene e nel male,e non sentirai di volerci scommettere ancora...Ma sarebbe comunque vita.

Come lo è continuare a scrivere qui. Narcisismo,egoismo... Lo scrivi tutto quello che senti.
Magari ti piace fare la vittima o forse ti sfoghi... ti pare poco?

La vita..Quella che, nel bene e nel male, fra limiti e incoscienza, viviamo.


Cinzia
http://ilraggiodombra.splinder.com

Anonimo ha detto...

...Mi si scontrano delle idee nella testa, ma non mi esce niente di sensato (niente di strano, del resto). Solo un abbraccio che ti mando, nonostante il cellophane :-*
(Spero che quel cellophane non t'impedisca mai di scrivere)

Vale ha detto...

Non prenderò tra le dita nessuna forbice...amo troppo le lame, i coltelli abilmente intarsiati, gli strumenti da cucina, per utilizzarle per un materiale che non sarebbe facile tagliare...dimmi dov'è l'ultimo lembo e con le mie mani proverò a srotolarti...come ho fatto con me stessa, col mio dolore, ma erano bende diverse le mie...erano veli! forse funzionerà lo stesso...l'importante è "togliere roba di dosso"...

undercoverman ha detto...

Cinzia, cosa dirti?
... dolore, pessimista, autodistruzione, immorale, carta vetrata, fragilità, colpa, musica, egoismo, viviamo, ...tutte parole che descrivono la mia monotonia, il mio essere come sono, quello che vorrei non essere, ma che non potrò cambiare. Leggo quello che lasci qui e ritrovo tracce del mio delirio. Continuiamo a vivere questo tempo pesante, io senza sperare che possa allegerirsi, tu con l'augurio di riuscirci.
Ciao.

undercoverman ha detto...

Ilaria, grazie per l'abbraccio. Prima o poi smetterò di scrivere, ma non oggi.
Non oggi.

undercoverman ha detto...

Valentina,
ho paura a togliermi roba di dosso, perchè sotto gli strati di pelle artificiale e di indumenti spessi, la mia carne è viva, senza pelle, senza protezione e fa male, anche la sola aria fa male.
Puoi riuscire a togliere il dolore? Puoi riuscire a non farmelo sentire più?
Proviamo, comincia a tirare, il lembo è qui, lo vedi?

Anonimo ha detto...

"STRAP!"

undercoverman ha detto...

Ahia

Anonimo ha detto...

Laddove dolore, vita.

undercoverman ha detto...

gran bella vita

Anonimo ha detto...

mai dire mai

undercoverman ha detto...

Rat
qualche volta, ... magari, senza dare nell'occhio ...hai visto mai?