domenica 10 febbraio 2008

L'inizio della fine

Lunedì 4 febbraio 2008, treno Savona – Milano, 2 ore di ritardo.
Una cosa che mi da terribilmente fastidio è il dimenticare i fondamentali. Scoprire la mancanza d’acqua con le mani già insaponate è un grave errore. E’ sempre necessario controllare la presenza dell’acqua prima di insaponarsi le mani.
Due ore di ritardo, niente acqua in bagno, il futuro delle ferrovie risulta essere tutt’altro che roseo.
Tornato a sedere vicino al finestrino, osservo il grigio paesaggio scorrere in senso contrario alla mia marcia.
Con me ho il libro che mi hai prestato, parla di pesantezza e di leggerezza, non riesco a leggere che poche pagine per volta, lo faccio per diluire l’emozione, insopportabile quanto del tutto irrazionale.
Nello scompartimento, due macchinisti di un’impresa privata parlano di argomenti che non possono in nessun modo attirare la mia attenzione.
La pioggia non scende, lascia che il grigio del cielo la annunci, futura minaccia umida; per il momento si limita a contorcermi l’anima.
La malattia, il mostro, il negativo, tutto quello che sono stato prima di incontrarti, lo sono ancora, tutto è ancora qui. Oggi, in questo mio viaggio solitario, loro sono ben felici di tenermi compagnia.
Un adulto debole, di fronte alla tua bellezza non può che scadere in patetiche argomentazioni. “Patetico e sentimentale”, così mi hai definito e così sono. Non c’è niente da dire “muovo a mestizia”.
Pensieri sciocchi ed adolescenziali mi rendono ridicolo, ma davvero vorrei che tu potessi sentire un po’ la mia mancanza, solo un po’. Lo so, non è da te, tu sei forte e vai dritta per la tua strada, lo so. Ti ho salutata con un ciao, ma dentro, come ogni volta, in realtà ti ho detto addio. So che ogni volta potrà essere l’ultima e in questo modo la vivo.
Niente dolcezza, niente smancerie, niente altro che io e te, tutte le sere, tutte le notti.
Oggi è l’inizio della fine.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Contento tu... contenti tutti. La vita è la tua e la vivrai come preferisci. Ma non cercare scuse, non cercare l'alibi che il mostro è dentro di te e la negatività ti possiede.
Sei tu che vuoi essere posseduto.
Anzi, tu possiedi il senso dell'essere posseduto e resti attaccato a questo staccandoti dalla realtà circostante.

Il mostro è dentro tutti noi, la difficoltà la affrontiamo tutti ogni giorno e soprattutto quando fronteggiamo le nostre responsabilità.

Non c'è pioggia bastante a giustificare una fuga.

Valeria

undercoverman ha detto...

Cara Valeria (ex rat), è sempre un piacere leggere i tuoi commenti, soprattutto quando, come questo, cercano di rimproverarmi, di svegliarmi dal mio stato di torpore.
Non sono contento ed agli altri non credo gli freghi qualcosa del mio stato d'animo.
Non sono scuse, sono dati di fatto, la mia vita scorre in questa direzione ed i remi che ho a disposizione non mi consentono di cambiare rotta.
Non credo si possa generalizzare, ma accetto il tuo punto di vista.
Non fuggo dalle responsabilità, mi lascio bagnare dalla pioggia, ma non mi muovo, non ci sono vie di fuga.
Grazie Valeria.
Ciao.

Anonimo ha detto...

Be', in effetti son d'acordo con Valeria, va bene andare con i piedi di piombo ma senza esagerare! ;-)

marina ha detto...

Patetico e sentimentale, ha detto?
Allora devi sorprenderla.
Al prossimo incontro, o al prossimo ciao, dille qualche cosa tipo "Appena posso ti chiamo" con aria sbrigativa.
Lo so che preferiresti tagliarti le corde vocali, ma prova. Tanto il momento già lo vivi come un addio,una stretta in più non ti ucciderà.
Almeno spero :D
ciao marina

Anonimo ha detto...

Ogni vivere, ogni nuova relazione è un po' come morire a noi stessi per andare verso l'altro...per rinascere nuovi...accresciuti...e ti auguro che questo inizio della fine sia "vissuto" con "fiducia". Un abbraccio leggero...Valentina

Anonimo ha detto...

Spero che questo silenzio significhi che stai molto bene... Ciao! :-)