
Ci ho provato.
Continuerò a farlo, nello stesso modo o in maniera differente, ma non questa sera.
Stanco di me e del mio modo di vedere le cose, confesso l’evidenza di aver compreso che non serve a nulla pretendere di poter condividere noi stessi con altre persone. Non era per niente importante che la persona che cercava in me solo una piccola cosa, non restituisse ai mie occhi la comprensione del mio essere complicato. Non molto avrei dovuto restituirle, un abbraccio caldo e forte, una carezza e poche domande, semplici, ma vere, magari anche uguali a quelle del giorno precedente.
Temere le conseguenze di scelte non fatte, solo perché altri, molto vicini a te, le stanno ancora pagando, porta a quello che sono. La procreazione come generazione di dolore è pensiero di persona debole e forse troppo piccola per difenderne il contenuto.
“She can kill you with her smile”, lei può ucciderti con un sorriso. Questo vorrei provare. Ma non funziona così.
Oggi ha piovuto. Tante parole sono state scritte sulle gocce dal cielo, ne ho scritte anch’io nel passato, ma oggi la pioggia ha fatto una cosa molto semplice, mi ha bagnato. La coda in autostrada, in compagnia di un collega, di ritorno da una trasferta, non è stata niente di più. I due panini per pranzo e le parole scambiate, non hanno cambiato il destino del mondo. Le notizie alla radio non mi hanno infastidito.
Questa sera, ascolto la mia voce senza pretese.
Questa sera, accetto le tue critiche.
Questa sera, mi siedo accanto a me e mi tengo un po’ di compagnia.
9 commenti:
Nemmeno io credo di poter curare la mia solitudine attraverso una tastiera e non - pretendo - di condividere me stessa con altre persone. Ho voglia semplicemente di scrivere e di scrivere di me... per chi mi legge, dovessi essere anche la sola persona che legge i miei scritti. E non significa scappare dalla vita reale, ma riflettere su di essa. La realtà impone un impegno diverso, e si può fare solo a piccoli passi... A me sembra di essere un bradipo a volte, ma ci provo. E provo a gioire anche delle piccole cose di ogni giorno. Comprei i 15 km di coda fatta oggi in autostrada! :) Un abbraccio!
...se potessi mutare e trasformarmi in una di quelle falene notturne che in questi giorni hanno sbagliato stagione...mi poserei sulla tua spalla per vederti in compagnia di te stesso...consapevole di aver sbagliato stagione...e ti sorriderei. Il peso più grande nella vita è proprio questo: che restiamo in compagnia di noi stessi sempre...meglio imparare a sorriderci ( e i sorrisi hanno tante tonalità...) !!!Un abbraccio leggero come un battito d'ali...
Yaila, la vita reale è estremamente difficile, in alcuni casi, quasi insopportabile. Da soli non si va da nessuna parte, se non ci è possibile condividere il nulla che siamo, con qualcun'altro, diventa impossibile andare avanti.
Io non riesco a gioire delle piccole cose, fatico a sopportarle, cercando di superare ogni giorno, rimanendo in me, senza abbandonarmi alla follia.
E' dura, Yaila, è dura.
Valentina, lo verrei anch'io, ma non è possibile, siamo costretti nel nostro spazio-tempo, e la distanza che ci separa, non permette altro che sognare un contatto. Posati pure sulla mia spalla, starò attendo a non farti del male. L'unica cosa che ci resta è sognare l'impossibile. Peccato, sarà per un'altra vita.
...mmhh...impossibile? Che parola fastidiosa. Io ho una vita sola...e tu? ;)
Valentina,
a me di vita ne resta meno di metà, se tutto va bene. "Impossibile" non è una parola fastidiosa, forse un pò troppo drastica. Avrei dovuto dire "poco probabile", ma la frase "sognare il poco probabile" ... ma non so, non so proprio niente
Under? Eddai... ^^
Una domanda: ma hai una tastiera microscopica o quella nella foto di questo post è la mano di Sasquatch?
Squit.
wild man of the woods?
no, niente paura. E' una malattia curabile. Forse!
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