
E’ quasi l’ora che taglia in due il giorno, quando trascino il mio corpo giù dal materasso. Non mi sono svegliato, mi sono semplicemente alzato, oggi non ho voglia di svegliarmi. Niente colazione, ieri ho dimenticato il liquido bianco. Mi vesto, salgo sul carro gommato e vado alla inutile ricerca di quel liquido. Compro il quotidiano più letto, conscio del fatto che non lo leggerò, ed entro in un locale. Un ragazzo mi scopa delle briciole sulle scarpe, ringrazio e mi sposto mentre bevo la bevanda calda che ho ordinato. Fuori dal locale c’è un silenzio rassicurante, ringrazio per questa quiete che mi invita a svegliarmi, ma non riesco a farlo. In bocca un retrogusto disgustoso mi terrà lontano da qualsiasi idea di deglutire dell’alcool, non ho la stoffa, devo ancora migliorare. Penso a Socrate, Gesù Cristo e Gandhi, e vado in pace verso questo mio futuro prossimo.
Cala la sera.
Non fumo da due settimane, seduto su di una sedia combatto con il desiderio di malto tenendomi la testa fra le mani. Non sono ancora sveglio e la cosa comincia a preoccuparmi. Come un piccolo pezzo di legno, galleggio sulla superficie di questo grande fiume, l’acqua scorre piano e disegna per me la traiettoria, io devo solo lasciarmi guidare e tentare di restare a galla, devo stare attento a non marcire, il legno marcio affonda. Silenzio, solitudine, stanchezza, vita e non vita, un insieme di cose allegre circonda la stanza. Solo un anno fa, abitavo in un altro luogo, un’altra provincia. Cosa è cambiato? Sono consapevole che ogni giorno non sono più quello del giorno prima, so che il cambiamento è una continua evoluzione. Ma che direzione ha preso il mio? Cosa sto diventando? Ho paura ad ascoltare la risposta. Bevo un bicchiere d’acqua e penso ad una frase ascoltata quattro sere fa “gli africani vanno a prendere l’acqua al pozzo con taniche e secchi portandosi a casa il peso di quello che berranno, noi andiamo a comprare l’acqua nei supermercati imballata in bottiglie di polietilentereftalato portandoci a casa il nostro fallimento”. Società fallita che spinge a ritenere più saggio trasportare chili di acqua in giro per il mondo, piuttosto che bere quella che sgorga dai propri rubinetti. Secondo te faremo una bella fine?
Vorrei parlare di ignoranza, di suicidio e falsità, ma non riesco ad andare avanti. Prosegui tu, io ti raggiungerò.