giovedì 10 gennaio 2008

Buio

Riapro questa porta ed è molto buio quello che c’è dentro. L’aria sfoga la sua elasticità sui miei timpani, non provo dolore, per lo meno non fisicamente, è più uno strazio sotto cute. Ruoto attorno al niente che rappresento e penso a lei. Lei che non c’è, lei che non c’è mai stata e che non riderà di me nemmeno domani. Quante stagioni bruciate, ormai ridotte a scorie, gettate in una fossa comune, senza nome, senza tempo. Vibra il mio essere vivo, vibra la mia mente malata, sempre più malata, sola, sempre più sola. E’ un labirinto in costruzione, sempre più lungo, sempre più stretto, sempre più buio. Seguo il ritmo, lentamente cavalco le onde, mi immergo nel nulla. Raccolgo lacrime che non mi appartengono, lacrime che non bagnano, lacrime che corrodono. Le pulsazioni non si fermano, sono condannato, non sono ancora arrivato. Appoggio le mani su pareti che non vedo, pareti rivestite di lame, lame che incidono la carne senza provocare dolore. Sto cercando qualcosa che mai troverò, sto trascinando un animo inquieto, in continuo delirio. Sono stanco, per favore, basta. Futuro di carta pesta, futuro di fango e terra marcia, maleodorante, dai miasmi insopportabili. Ti prego, basta. Sorci e scarafaggi, vermi e sanguisughe, tutti qui a farmi compagnia, a farmi sentire uno di loro. Le risate isteriche, le dita puntate, sono incubi senza paura. Ridono di me, rido con loro, io inutile creatura, continuo a consumare risorse, rubandole a chi ne vorrebbe di più. Quante volte dovrò provare il dolore donato? Quel dolore che ha fratturato un sogno, quante volte lo dovrò ancora provare? Folle ed inutile carne, trascino dentro un grande tubo di scarico. Lasciami stare. Sparisci e continua a tenermi compagnia.

2 commenti:

ilaron ha detto...

OK.
ilaron (ciao!)

undercoverman ha detto...

Ciao Ilaron, grazie.